Giornata internazionale delle donne: 8 marzo
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Re: Giornata internazionale delle donne: 8 marzo
Un augurio a tutte le donne...
Vogliamo i diritti, non le mimose...
Re: Giornata internazionale delle donne: 8 marzo
Otto marzo: la storia dell'emancipazione femminile riflessa nelle battaglie civili delle donne di oggi
di Claudia Mura (pubblicato su http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/03/08/giornata-donna-leed.html il giorno 7 marzo 2010)
È una Giornata della donna un po' sottotono quella del 2010, senza proteste né manifestazioni nazionali. Salvo le occasioni istituzionali come quella del Quirinale che ospita la tradizionale cerimonia con un cambio della guarda tutto in rosa, per il resto le celebrazioni sono delegate alla dimensione privata. Che le donne non abbiano più niente da recriminare, o si saranno semplicemente stancate di chiedere ciò che in un paese civile non ci sarebbe nemmeno bisogno di domandare? Emancipazione, pari opportunità, identità di genere sono locuzioni che hanno ancora un senso o no?Dai nobel rosa agli scandali sessuali made in Italy - Dallo scorso 8 marzo sono tanti gli eventi che hanno visto le donne protagoniste. Mai come nel 2009 ci sono stati tanti nobel rosa, cresce il numero di manager, capi di stato e politicanti al femminile. Ma tutto questo succede fuori dall'Italia. Nel nostro Paese, invece, la donna risulta oggetto di compenso del potente di turno al quale si devono chiedere favori o spintarelle sugli appalti, come è emerso dalle recenti inchieste avviate dopo intercettazioni telefoniche disposte dalle procure di mezza Italia.
Se la crisi la pagano le donne - Ma sono donne anche le ricercatrici scientifiche precarie che salgono sui tetti per rivendicare il loro diritto al lavoro. Le immigrate che devono gridare il loro dolore di profughe a dispetto di leggi sempre più restrittive contro i flussi migratori. Le operaie che hanno perso o rischiano di perdere la loro indipendenza economica e quelle che non hanno neanche un tetto sulla testa perché il terremoto glielo ha portato via (leggi l'intervista ad Anna Colasacco: blogger aquilana). Queste sono le storie che vogliamo raccontare per l'otto marzo. Storie di coraggio e orgoglio. Perché sarà pure un momento di crisi ma le vittime principali della recessione economiche sono sempre loro: le donne.Tristi primati - A 102 anni dalle tragica morte delle 129 operaie della Cotton di New York, cosa resta della Giornata della donna? Per rendere l'idea della condizione femminile nel mondo, l'Economist di questa settimana vara un neologismo: il "gendercide", il genocidio di genere. Save the children, ricorda il numero di donne che ancora oggi muore di parto (una al minuto) e quelle esposte al rischio di trasmissione di malattie sessuali. Le Nazioni Unite condannano ancora una volta il fenomeno degli aborti selettivi per non mettere al mondo femmine. Insomma abbiamo qualcosa da festeggiare?
07 marzo 2010
di Claudia Mura (pubblicato su http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/03/08/giornata-donna-leed.html il giorno 7 marzo 2010)
È una Giornata della donna un po' sottotono quella del 2010, senza proteste né manifestazioni nazionali. Salvo le occasioni istituzionali come quella del Quirinale che ospita la tradizionale cerimonia con un cambio della guarda tutto in rosa, per il resto le celebrazioni sono delegate alla dimensione privata. Che le donne non abbiano più niente da recriminare, o si saranno semplicemente stancate di chiedere ciò che in un paese civile non ci sarebbe nemmeno bisogno di domandare? Emancipazione, pari opportunità, identità di genere sono locuzioni che hanno ancora un senso o no?Dai nobel rosa agli scandali sessuali made in Italy - Dallo scorso 8 marzo sono tanti gli eventi che hanno visto le donne protagoniste. Mai come nel 2009 ci sono stati tanti nobel rosa, cresce il numero di manager, capi di stato e politicanti al femminile. Ma tutto questo succede fuori dall'Italia. Nel nostro Paese, invece, la donna risulta oggetto di compenso del potente di turno al quale si devono chiedere favori o spintarelle sugli appalti, come è emerso dalle recenti inchieste avviate dopo intercettazioni telefoniche disposte dalle procure di mezza Italia.
Se la crisi la pagano le donne - Ma sono donne anche le ricercatrici scientifiche precarie che salgono sui tetti per rivendicare il loro diritto al lavoro. Le immigrate che devono gridare il loro dolore di profughe a dispetto di leggi sempre più restrittive contro i flussi migratori. Le operaie che hanno perso o rischiano di perdere la loro indipendenza economica e quelle che non hanno neanche un tetto sulla testa perché il terremoto glielo ha portato via (leggi l'intervista ad Anna Colasacco: blogger aquilana). Queste sono le storie che vogliamo raccontare per l'otto marzo. Storie di coraggio e orgoglio. Perché sarà pure un momento di crisi ma le vittime principali della recessione economiche sono sempre loro: le donne.Tristi primati - A 102 anni dalle tragica morte delle 129 operaie della Cotton di New York, cosa resta della Giornata della donna? Per rendere l'idea della condizione femminile nel mondo, l'Economist di questa settimana vara un neologismo: il "gendercide", il genocidio di genere. Save the children, ricorda il numero di donne che ancora oggi muore di parto (una al minuto) e quelle esposte al rischio di trasmissione di malattie sessuali. Le Nazioni Unite condannano ancora una volta il fenomeno degli aborti selettivi per non mettere al mondo femmine. Insomma abbiamo qualcosa da festeggiare?
07 marzo 2010
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